The Pursuit of Musick

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Johann von Soest, c1460: Johann van Soest; R. C. Wegman, ‘From Maker to Composer: Improvisation and Musical Authorship in the Low Countries, 1450–1500, JAMS 49/3 (Autumn 1996), 424

Constantinople, c1190: E. Wéllész, A History of Byzantine Music and Hymnography (2/1961), 62 n3

Florence Cathedral, 1436: A. Seay, ‘The 15th-Century Cappella at Santa Maria del Fiore in Florence’, JAMS 11 (1958), 46

‘Et praeterea ad conservandum huiusmodi populi devotionem ac divini cultus inibi incrementum plurimum laudabile, existeret dictam ecclesiam in clericorum in cantu et gramatica peritorum numero adaugere. Nos igitur {... motu proprio ... in eadem ecclesia} ultra alia inibi instituta dignitates et officia: Unam Scolastriam que inibi offitium cuique sacerdotalis ordo annexus existant pro uno perpetuo Scolastico in sacerdotio constituto ac cantu et gramatica erudito. ¶Necnon Trigintatrium puerorum clericorum numerum et pro illis totidem loca auctoritate apostolica ex certa scientia harum serie,Instituimus’.

Chester Abbey i) 1503: ‘Indenture 1503’, transcr. & ed. J. R. Oliver, The Manx Society 9 (1862); J. Flynn, ‘Thomas Mulliner: An Apprentice of John Heywood?’, Young Choristers, 650–1700, ed. S. Boynton & E. Rice (2008), 175 ii) 1518: (agreement), E. Baldwin, Paying the Piper: Music in Pre-1642 Cheshire (2002), 56–7 (emended)

Benvenuto Cellini, c1507–15: La vita di Benvenuto Cellini, ed. E. Carrara (1965), 68 (Bk 1, ch.5), 71–2 (ch.7)

‘Cominciò mio padre a ’nsegnarmi sonare di flauto e cantare di musica; e con tutto che l’età mia fussi tenerissima, dove i piccoli banbini sogliono pigliar piacere d’un zufolino e di simili trastulli, io ne avevo dispiacere inistimabile, ma solo per ubbidire sonavo e cantavo.’ • ‘io lo pregavo che mi lasciassi disegniare tante ore del giorno, e tutto il resto io mi metterei a sonare, solo per contentarlo. A questo mi diceva: “Addunche tu non hai piacere di sonare?” Al quale io dicevo che no, perché mi pareva arte troppa vile a quello che io avevo in animo. ... Così malcontento mi stetti a sonare insino alla età de’ quindici anni.’

Antonio de Beatis, 1517–18: L. F. Pastor, Die Reise des Kardinals Luigi d’Aragona (Freiburg, 1905), 165

‘non è cathedrale ne ecclesia magiore, che per tucto non habiano musica figurata, et che non vi se canta più che una messa il giorno, governando ciascuna desse sei et octi pucti chirichocti, quali imparano de cantare et serveno ad choro con lor chiriche rase da fraticelli, dandoseli victo et vestito’.

Thomas Tusser, c1535: Thomas Tusser, A hundreth good pointes of husbandrie (London, {Feb}1557) [(1812), 315–16] ‘The Author’s Life’

León Cathedral, 1548: K. Kreitner, ‘The cathedral band of León in 1548, and when it played’, EM 31/1 (2003), 59

‘Lo quarto que sea obligado a mostrar a los seises moços que ha de tener en su cassa canto llano canto de organo contrapuncto ansi en la capilla como en cassa para que sean diestros para cantar todas les obras y canto que sean neçessarios y que los dos de ellos los trayga por semanas al choro para las veçes que sean neçessarios en el dicho coro. ¶Lo quinto que en el tiempo susodicho muestre a los moços te choro y acolitos a cantar canto llano y contrapunto y de organo y todo lo demas de que fueren capaçes para servicio del choro y a provechiamento de ellos.’

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Burgos Cathedral, 1554: Burgos Cathedral, Acta capitulares [insert] (28 May 1554); J. López-Calo, La música en la Catedral de Burgos (1996), vol.3, 112

‘Y el dicho maestro de capilla por los animar tiene de hacerles algunas alleluyas de contrapunto concertado y enseñárselas muy bien para quellos las canten en el coro, que haciéndolo asi se cebarán los muchachos a querer hacer otro tanto por sí’.

Utrecht, 1561: F. C. Kist & J. van Flensburg, ‘De Geschiedenis der Musijk te Utrecht van het Jaar 1400 tot op onzer tijd’, Caecilia – Algemeen Musikaal Tijdschrift van Nederland, v (1848), 163; B Boydell, The Crumhorn and other Renaissance Windcap Instruments (1982), 52

‘{hoe dat zij} horen onmundige zoon, genaemt Jan Ghysbertsz, aenbestaeyt heeft meester Nicasius, herpslager wonende alhier te Utrecht, den tijt van tien jaren lang gedurende, omme bij hem te leeren spelen op violen, herpen, handtpipen, duytsche pipen, cromhooren, schalmeynen ende syncken, daer hy, meester Nicasius op spelen can’.

Christ’s Hospital, 1569: E. H. Pearce, Annals of Christ’s Hospital (London, 2/1908), 135

Thomas Whythorne, c1576: c1576 (MS); The Autobiography of Thomas Whythorne, ed JM Osborn (1961), 245

German College, Rome, c1600: T. D. Culley, Jesuits and Music: I (1970) i) ‘Ragioni per tenere in Collegio i Musici...’ (MS, 1611); Culley, ibid., 351 ii) W. Fusban, Historia Collegii Germanici et Hungarici, ab anno 1552–1581 (MS); Culley, ibid., 294 iii) Fusban, ibid.; Culley, ibid., 295

i) ‘finito il pranzo ogni Camerata si esercita per un quarto d’hora almeno nel canto Gregoriano, o fermo come chiamano, e ha cura di questo esercitio un’alunno di quella camera atto per questo fine, ma di quando in quando vi va il mastro di Capella, il quale hor in una Camera, hor in un’altra gl’insegna la differentia de Tuoni, a intuonar salmi, a portar bene la voce et altri esercitij simili, e quando sono atti si introducano al canto secondo come qui chiamano, ... dove scendono al suono della campanella li più provetti nel canto, dove il mastro di Capella gli esercita in varie sorti di canto’.

ii) ‘Dopo la seconda tavola si canta in sala una mezz’hora in circa. Il martedì, et il Venerdì in libri piccoli alli banchi due, tre ò più motetti: e gli altri giorni in libri grandi qualche Messa, ò Magnificat, e si provano le cose da cantarsi in Chiesa, con dare avertimenti secondo il bisogno. ¶Poi si canta all’Organo, quando li Soprani, quando li Alunni, ò altri, quando ciascuno separatamente, quando insieme, e se vi è chi sappia sonare, con questa occasione s’esercita.’

iii) ‘L’estate finito il detto esercitio li Soprani tornano in camera del Maestro di Cappella, dove per qualche tempo li uni pigliano Lettione di sonare gli altri s’esercitano chi in cantare chi nella cartella ciascuno secondo la sua capacità.’

Valladolid, 1601: E. Vander Straeten, La Musique aux Pays-bas avant le XIXe siècle (Brussels, 1867–88 /R1969)viii, 189–90

‘{Destos cantorçicos que se van reçibiendo, entiendo que} an de salir muy buenos cantores de todas voces, y asi es bien que no sean todos castrados{, y los que no quedaren con voz, ó} pareciere que se puedan applicar a instrumentos{, despues que sepan muy bien cantar, los podran aprender,} como son órgano, bajon, corneta, sacabuche, chirimia, viguelas de arco, viguelones, harpa y otros instrumentos, y vendran à ser grandes musicos, cayendo esto sobre ser diestros cantores, y haprendiendo de tan buenos maestros como tendran.’

Johannes Bach, b.1604: J. S. Bach, genealogical notes (MS, 1735); BD i, 256 (no. 184)

‘Da nun sein Vater Hans Bach, wenn er an obbenannte Oerter ist verlanget worden, ihn vielfältig mitgenommen, so hat einsmahls der alte Stadt Pfeiffer in Suhl, Hoffmann genannt, ihn persuadiret, seinen Sohn ihm in die Lehre zu geben, welches auch geschehen; und hat er sich daselbst 5 Jahr als Lehr Knabe und 2 Jahr als Geselle aufgehalten.’

William Lawes: Thomas Fuller, A History of the Worthies of England (London, 1662), ‘Wilt-Shire’, 157

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Lodovico Casali, 1629: Generale invito alle grandezze, e maraviglie della musica (Modena 1629), 54–5

‘Dee vltimamente, e questo importa più d’ogni altro interesse, hauer cura d’affatticarsi in far Soprani, sapendo quanto la Musica vaglia con Soprani naturali, e non finti; ... procurando siano guardati con diligenza da tutte quelle cose, che le possono apportar nocumento, come nel mangiate, ò bere di superfluo, e da gli esercitij violenti; siano vbbidienti; e nel imparare questa nobilissima scienza, non scottano le note, in guisa di Clauicembalo, ma sostengano la voce in guisa d’Organo con il fiato loro’.

Rome, late 1630s: Giovanni Bontempi, Historia Musica (Perugia, 1695), 170

‘Le Scole di Roma obligavano i Discepoli ad impiegare ogni giorno un’hora nel cantar cose difficili e malagevoli, per l’acquisto della esperienza; un’altra, nell’esercitio del Trillo; un’altra in quello de’ Passaggi; un’altra negli studii delle Lettere; & un’altra negli ammaestramenti & esercitii del Canto, e sotto l’udito del Maestro, e davanti ad uno Specchio, per assuefarsi a non far moto alcuno inconveniente, ne di vita, ne di fronte, ne di ciglia, ne di bocca. {E tutti questi erano gl’impieghi della mattina.} Dopo il mezo dì s’impiegava meza hora negli ammaestramenti appartenenti alla Teorica: un’altra meza hora nel Contrapunto sopra il Canto fermo; un’hora nel ricevere e mettere in opera i documenti del Contrapunto sopra la Cartella; un’altra negli studii delle Lettere; & il rimanente del giorno nell’esercitarsi vel [?/nel] suono del Clavicembalo; nella compositione di qualche Salmo, o Motetto, o Canzonetta, o altra sorte di Cantilena, secondo il proprio genio. {E questi erano gli esercitii ordinarii di quel giorno nel quale i Discepoli non uscivano di Casa.} Gli esercitii poi fuori di Casa, erano l’andar spesse volte a cantare e sentire la risposta da un’Echo fuori della Porta Angelica, verso Monte Mario, per farsi giudice da se stesso de’ propri accenti, l’andare a cantar quasi in tutte le Musiche che si facevano nelle Chiese di Roma; e l’osservare le maniere del Canto di tanti Cantori insigni che fiorivano nel Pontificato di Urbano Ottavo; l’esercitarsi sopra quelle, & il renderne le ragioni al Maestro, quando si ritornava a Casa: il quale poi per maggiormente imprimerle nella mente de’ Discepoli, vi faceva sopra i necessarii discorsi, e ne dava i necessarii avvertimenti. Questi sono stati gli esercitii, questa la scola che Noi sopra la Musica Harmonica habbiamo havuto in Roma da Virgilio Mazzocchi professore insigne, e Maestro di Cappella di S. Pietro in Vaticano.’

Daniel Speer, 1683: Ungarischer oder Dacianischer Simplicissimus (n.p., 1683), 110–11

‘weil ich bey Jahren und verständig/ nahm er mich auf 3. Jahr ohne Lehr-Geld auf/ die Kunst zu lernen/ ich muste aber allerhand Hauß-Arbeit thun/ als Kochen/ Haffen spielen/ Waschen und Geräthe mit der Magd beym Wasser/ wo alle Weiber wuschen helffen waschen/ auch ein- und auß tragen; Diß wolte mir/ als einem zwantzig-jährigen Kerl/ hier nit in Kopf’.

Telemann, c1690: Johann Mattheson, Grundlage einer Ehren-Pforte (Hamburg,1740), 356

‘gerieth {aber} zum Unglück an einen Organisten, der mich mit der deutschen Tabulatur erschreckte, die er eben so steiff spielte, wie vieleicht sein Grosvater gethan, von dem er sie geerbet hatte. In meinem Kopffe spuckten schon muntrere Töngens, als ich hier hörte. Also schied ich, nach einer vierzehntägigen Marter, von ihm; und nach der Zeit habe ich, durch Unterweisung, in der Musik nichts mehr gelernet.’

Johann Kortkamp, early 18th c: L. Krüger, ‘Johann Kortkamps Organistenchronik ...’, Zeitschrift des Vereins für Hamburgische Geschichte 33 (1933), 208

‘{In solcher Zeit} ... sind diese bede Jacobs-Kinder in brüderlicher Liebe vereinigt worden biß an das Ende. Die Frucht der Liebe habe ich genoßen, daß mein H. mir als sein Kindt liebte und treulich unterwiese, nichts vor mir verbarg, was ich fehig wahr zu faßen, und bin bey ihm 6 Jahr gewesen, seine Orgel unterhalten, das er wegen Stimmung derselben nicht müde wehre, sondern einen kräfftigen Geist hette zu spielen, wovon ich großen Nutzen hatte, wen er spielte und hinter ihm stant, die Stimmen anzog, so er verlangte; auch, wenn ich wißen wolte, wie der Jacobus Schultze gespielet, tractirt er den Choral, in der Vesper das Magnificat, am Sontag einen Psalm, so ich mit Lust anhörte und Freuden-Trähnen vergoß, nachgehens mir seine Gedancken und Einfälle explizirte; hiedurch machte er mich klug.’

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Quantz, 1708: J. J. Quantz, autobiography; ‘Herrn Johann Joachim Quantzens Lebenslauf’; FW Marpurg, Historisch-kritische Beyträge zur Aufnahme der Musik, i, Pt 3 (Berlin), 199–200

‘Er war, nach damaligen Zeiten betrachtet, eben kein schlechter Musikus; besonders auf der Violine. Er mochte aber lieber seiner Bequemlichkeit abwarten, als den Lehrlingen den gehörigen Unterricht in der Musik ertheilen. Die Gesellen waren größtentheils eben so gesinnet. Folglich war da keine andere Unterweisung zu holen, als die, welche ein Lehrling dem andern, so gut er konte, gab. ... Das erste Instrument, welches ich erlernen mußte, war die Violine; zu welcher ich auch die größte Lust und Geschicklichkeit zu haben schien. Hierauf folgte der Hoboe, und die Trompete. Mit diesen drey Instrumenten habe ich mich in meinen Lehrjahren am meisten beschäftiget. Mit den übrigen Instrumenten, als Zincke, Posaunen, Waldhorn, Flöte a bec, Fagott, deutsche Baßgeige, Violoncell, Viola da Gamba, und wer weis wie vielerley noch mehr, auf welchen allen ein rechter Kunstpfeifer muß spielen können, blieb ich auch nicht verschonet.’

Johann Georg Hoffmann: Johann Mattheson, Grundlage einer Ehren-Pforte (Hamburg,1740), 111–12

‘Die Abend-Stunden, insonderheit im Winter, brachten wir bey dem Examine mit Lesung musikalischer Schrifften, sonderlich des Werckmeisters und Printzens zu, welche er denn mir, und noch zween andern Scholaren, nach Möglichkeit, suchte deutlich zu machen.’

P. D. Kräuter, 1712: Kräuter, report (30 Apr. 1712) to school board of Augsburg; BD iii, 649 (no.53a)

‘{wie ich mich mit meinem neuen Herrn Lehrmeister Bach in Weÿmar wegen Kost und Information für ein Jahr auf das genaueste verglichen ...} er ist ein vortrefflicher, dabeÿ auch sehr getreuer Mann sowohl in der Composition und Clavier, als auch in andern Instrumenten, gibt mir den Tag gewiß 6 Stund zur Information, die ich dann absonderlich zur Composition und Clavier, auch bißweilen zu anderer Instrumenten exercirung hoch vonnöthen habe, die übrige Zeit wende ich vor mich allein zum exerciren und decopiren an, dann derselbe mir alle Music Stück, die ich verlange, communiciert, habe auch die Freÿheit alle seine Stück durchzusehen’.

Cracow, 1737: Informatio circa Statum Bursae Regiae Musicorum Collegii Cracoviensis…; in D. Brough, Polish Seventeenth-Century Church Music (1989), 356

5 a.m. ‘excitabantur ex somno’; 5.30 ‘convocabantur omnes sonitu campanae ad orationes matytinas’; 6.00 ‘audito pulsu minoris campanae Templi punctualiter omnes descendebant ad templum a pueris tempestive firebantur [?] instrumenta cum additamentis vulgo ... Post obsequium chori, liberum tempus ad mediam octavam.’; 7.30 ‘Inscripti convocabantur sonitu campanae ad exercendum Marszach, Partyach, Ouverturach etc.’ 8.00 ‘docebantur inscripti a suis Magistris’; 9.00 ‘recolunt praecepta Magistrorum Studentae illis recindis [?]’; 9.30 ‘Litanias quas in crastinum sunt tractaturi in choro simul inscripti omnes privatim tractant.’ 10.00 ‘ad initium prandii, liberum tempus. Initium mensae Inscripti accinunt Tubis Valthornis. Finita mensa omnes recitant Litanias de Divina Providentia praecinente uno ex Maturioribus Musicis Salariatis.’ 1 p.m. ‘Inscripti exercent characterum tam musicum quam Scholasticum.’ 2.00 ‘adeunt Magistros et docentur.’ 3.00 ‘liberum tempus’; 4.00 ‘Saltibus Studenti accinere.’ 5.00 ‘assignato sibi memoriae exercitio [exercent?] studenti, et paeonibus saecularibus honestis.’ 6.00 ‘ad horam quietis nocturnae Hymnus quispiam pius in instrumentis canificta ut in plateam Sonus dirigatur. Item aliquod ext. canticis hilarioribus. Litaniae precesque nocturnae dicuntur, somnus.’

Joseph Haydn, ?1738: i) J. Haydn, letter to ‘Mademoiselle Leonore’ (6 July 1776); Joseph Haydn - Gesammelte Briefe und Aufzeichnungen, ed. D. Bartha (1965), 76 (no.21) ii) >A. C. Dies, Biographische Nachrichten von Joseph Haydn (Vienna, 1810), 20–21

i) ‘Gott der allmächtige ... gab mir besonders in der Music so viele leichtigkeit, indem ich schon in meinen 6ten Jahr ganz dreist einige Messen auf den Chor herab sang, auch etwas auf dem Clavier und Violin spielte: ¶in den 7ten Jahr meines alters hörete der Seel: Herr Capell Meister v. Reutter in einer Durchreise durch Haimburg von ungefähr meine schwache doch angenehme stime’.

ii) ‘Reuterr[sic]gab dem Vater die tröstende Zusage: “er wolle für des Knaben Fortkommen sorgen, doch|sey derselbe noch zu jung zu seinem Vorhaben; müsse bis zum vollendeten achten Jahre warten; bis dahin fleißig die Tonleiter singen, um die Stimme rein, fest, und geläufig zu bilden.”’

Naples i) 1746: Conservatorio della Pietà dei Turchini, ‘Regole e Statuti del Real Conservatorio della Pietà dei Torchini [sic] …’ (MS, 1746); S. di Giacomo, Il Conservatorio de Sant’Onofrio e quello di S. M. della Pietà dei Turchini (Naples, 1924), 219 ii) 1770: Charles Burney (1770), i, 269

‘Davendosi fare esercitio di musica non si facci in tempo delle scuole, ma queste finite, et acciò questo esercitio non impedisca lo studio degli altri si osservi questa regola, cioè: la classe delli Eunuchi faccia l’esercitio di cantare uniti nel proprio dormitorio, la classe delli Tenori nella Sala, la classe delli Bassi nella Guardarobba superiore, la classe delli Violini nell’angolo inferiore del Dormitorio dei Grandi, la classe dell’Oboè nell’ublidienza, la classe delli Violoncelli e Contrabassi nel passetto della Guardarobba superiore, e la classe delli Tromboni e Trombe nella Guardarobba inferiore.’

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Tosi, 1723: Osservazioni sopra il canto figurato (Bologna, 1723, trans. as Observations on the Florid Song by J. E. Galliard (London 1742, 2/1743), 183]