The Pursuit of Musick

c PUBLIC DEVOTION & THE ORATORIO

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Siena: G. G. Meersseman, Ordo fraternitatis: confraternite e pietà dei laici nel Medioevo (1977) i) 1267: ii, 1032 ii) 1273: ii, 1039 iii) c1288: ii, 955

i)‘Statuimus quod singulis diebus de sero, in hora scilicet completorii vel parum ante pro tempore, ad laudes dicendas et audiendas in loco fratrum predicatorum de Camporegio congregatio fiat’.

ii) ‘{ac} postmodum singulis diebus, quibus ex institutione a vobis sueta ad laudes Deo reddendas concorditer convenitis, centum dies de iniuncta penitentia misericorditer in Domino relaxamus.’

iii) ‘evenerunt singulares Spiritus Dei commotiones et bonorum virorum congregationes etiam laicorum, quarum quaedam ordinantur ad laudes divinas quae quotidie in locis religiosorum ... etiam a puerulis concinnuntur, qui ad laudes huismodi nutriuntur’.

Florence, 1388: F. A. D’Accone, ‘Le compagnie dei laudesi in Firenze durante l’ars nova’, in L’ars nova italiana del trecento: Secondo Convegno Internazionale 17–22 luglio 1969 (1970), 274

‘quod pifferi et sonatores dicti comunis teneantur et debeant cum eorum tubis, sonis et instrumentis singulis diebus solemnibus{, in vigiliis solemnitatum Virginis Marie, pascalibus} et diebus dominicis de mane accedere ad dictum oratorium et ibi dum ymage alme Dei genitrici obstenditur, devote sonare et solemniter mactinatam facere.’

Frankfurt, 1467: ‘Bernhard Rorbachs Liber gestorum’, in Frankfurter Chroniken und annalistische Aufzeichnungen des Mittelalters, ed. R. Froning (Frankfurt am Main, 1884), 216

‘so giengen vor dem sacrament der statt drompter Peter mit einer gedempten drompten und sin son Hensle mit einer luten zu discantiren und unser dri mit luten zu tenoriren mit namen Peter Marpurg Henn Cämmerer und ich Bernhard Rorbach.’

Florence, 1546: Francesco Sansovino, App. to Boccaccio, Il Decamerone, with separate title-page Dichiaratione di tutti i vocaboli…(Venice, 1546), sig.b8v

‘Nella nostra città vi sono alcune scuole di artigiani: tra lequali vi è quella di Hor San Michele e di Santa Maria Novella. Questi ogni sabato doppo nona s’adunano in chiesa, & quivi a quattro voci cantano 5. o. 6. laudi o balate composte da Lorenzo de Medici, dal Pulci, & dal Giambullani, e da ogni lauda si mutano i cantori, e finito, a suon d’organi, di campane e di voci, scuoprano una Madonna & e finita la festa.’

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London, 1560: The Works of John Jewel (Parker Society), Pt 4, ed. J. Ayre (Cambridge, 1850), 1231

Rome, c1575: Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’ Oratorio (Naples, 1693–1701), i, 37

‘La nostra Congregatione, oltre li cotidiani ragionamenti spirituali, che si fanno nel nostro Oratorio, è stata solita li giorni di festa fare li medesimi esercitii sotto specie di ricreatione in diverse parti di Roma, e per più allettare ogna sorte di persone trà i ragionamenti de’ Sacerdoti, si suol far recitare à qualche putto alcun Sermone di edificatione ... e quest’anno si è fatto il medesimo continuatamente sinche sono durati i tempi buoni nella vignuola della Compagnia de’ Napolitani, con concorso forse di tre, ò quattromila persone ...

La pratica hà mostrato, che inserendosi trà gli esercitii gravi fatti da persone gravi la piacevolezza della musica spirituale, e la semplicità, e purità de’ putti si tira molto più popolo di ogni sorte’.

Rome, 1600: i) Gian Francesco Bernardi to Antonio Talpa (4 Feb. 1600); W. Kirkendale, Emilio de’ Cavalieri ‘gentiluomo romano’(2001), 238 ii) Emilio de’ Cavalieri, letter (?24 Nov. 1600, separate postscript); Kirkendale, ibid., 373

i) ‘Qua si è fatta una bella rappresentatione dell’inferno et paradiso, con dialogo dell’anima col corpo nell’oratorio, tutto con finta demostratione luminosa e figurata con angeli in forma ovata per ogni verso, credo duoi canne vel circa, l’inferno con fuoco, demoni, etc. in forma non così ovata. Tali cose, fatte massime di notte, portano gran sturbo e travaglio a tutta la casa, con spesa et opera et obligo di fare altre o rinovarla.’

ii) ‘Mi era scordato dire, che questa è grande, che da quei preti della Vallicella mi hanno detto che molti prelati, di quegli venuti a Fiorenza, vedero una cosetta che io feci fare questo carnevale, di rapresentatione in musica al loro oratorio, che si spese da▼sei[6 scudi]al più. Et dicono che ne riceverno altro gusto, poiché la musica li mosse a pianto et riso, et le diede gran gusto; et che questa musica di Firenze non li mosse se non a tedio et fastidio.’

Rome, 1639: André Maugars, Response faite à un curieux sur le sentiment de la Musique d’Italie (Paris, c1640/R1993), 11–12

‘Cette admirable & ravissante Musique ne se fait que les Vendredis de Caresme, depuis trois heures jusques à six. L’Eglise n’est pas du tout si grande que la Sainte Chappelle de Paris, au bout de laquelle il y a un spacieux Jubé, avec un moyen Orgue tres-doux, & tres-propre pour les voix. Aux deux costez de l’Eglise il y a encore deux autres petites Tribunes, où estoient les plus excellens de la Musique Instrumentale. Les voix commençoient par un Psalme en forme de Motet, & puis tous les instrumens faisoient une tres-bonne symphonie. Les voix apres chantoient une histoire du vieil Testament, en forme d’une Comedie spirituelle; comme celle de Susanne, de Judith & d’Holoferne, de David & de Goliat. Chaque Chantre representoit un personage de l’histoire, & exprimoit parfaitement bien l’energie des paroles. En suite un des plus celebres Predicateurs faisoit l’exhortation, laquelle finie, la Musique recitoit l’Evangile du jour, comme l’histoire de la Samaritaine, de la Cananée, du Lazare, de la Magdelaine, & de la Passion de N. Seigneur: les Chantres imitans parfaitement bien les divers personnages que rapporte l’Evangeliste. Je ne vous sçaurois loüer assez cette Musique Recitative, il faut l’avoir entenduë sur les lieux pour bien juger de son merite.’

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René Ouvrard, 1665: to Claude Nicaise (24 Feb. 1665); C. Cessac, Marc-Antoine Charpentier (2004), 47–8

‘On m’a voulu faire croire que le pape d’aujourd’hui avait, depuis deux ans, interdit les histoires en musique, ne voulant pas qu’on fit rien chanter dans l’église qui ne fût contenu dans l’Écriture sainte ou dans le bréviaire, mot pour mot. Ce serait avoir coupé les ailes à l’ange de la musique.’

Rome, 1705: 23 & 24 Aug. 1705 [MS]; A. Morelli, ‘Alessandro Scarlatti maestro di cappella in Roma ed alcuni suoi oratori’, Note d’archivio per la storia musicale, 2 (1984), 143–4 (Doc.VIII)

‘volendo che nel giro di poche hore formasse il teatro per ivi rappresentarlo in forma che vi potessero stare molto ben commodi piú di 100 professori de’ piú celebri di Roma, cioè d’arco come di trombe et altro e musici che doveano cantarlo{, fu subito dal valoroso ingegno del detto Cavaliere} nella facciata del cortile fatt’erigere un gran palco la grandezza del quale prendeva da una parte e l’altra con un risalto in fuori per piú commodo de’ musici’. • ‘fu cantato si eccellentemente detto oratorio che la perfettione di chi lo cantava come la compositione delle parole e della sovavità di chi l’haveva posto in musica e [del] concerto de’ stromenti, capo de’ quali era il S. Arcangelo Colelli [sic] virtuoso di Sua Eminenza, che sta al suo attual servizio, che coll’adornamento che vi erano, Roma non vidde, et udí cosa piú degna. Furono presi i posti delle carrozze scoperte, dal giorno avanti lasciate nel cortile senza cavalli, e strette in forma che ciascheduna toccava l’altra, poscia concorsi che furno i porporati, che furono molti con la maggior parte della prelatura di Roma, ambasciatori, baroni romani, principesse e principi, dame e cavalieri{, et altra nobiltà con infinità di popolo} ... Terminata dunque detta oratione fu dato principio alla zinfonia, e concerto d’istrumenti, e poscia il sonoro canto de’ 4 principali musici di cappella del Papa, che continuando il suono e sovave canto, al fine della prima parte del quale furono fatti distribuire da Sua Eminenza lauti rinfreschi i quali continuarono sin alla fine di detto oratorio.’

Florence, 1729: J. W. Hill, The Life and Works of Francesco Maria Veracini (Ph.D. diss., Harvard Univ., 1972), 970–1

‘fatto drizzare il palco, parve che tornasse bene il farlo fare tutto andante, cioè, che pigliasse tutto la facciata della tribuna da una parte all’altra ... Il do. palco era fatto con bellissima architettura poiche era con più ordini di sederi per i Professori, in forma che anco dalla strada si distingueva distintamente ciascheduno di detti Professori che operava. ... i sederi dove stavano i Professori, con tutta la facciata dell’altare di taffettà cremisi con falpalà dorati, et ornato tutto, al primo e secondo ordine per quanto era lungo di viticci d’ottone con sue candele, che pareva un vero teatro per la sua magnificanza.’

Handel’s Esther, 1731-2: i)i) Charles Burney, An Account of the Musical                                   Performances ... (London, 1785), 22, 100–1  ii) [?Aaron Hill], See and Seem Blind: or, a Critical Dissertation on the Publick Diversions, &c. (London, 1732/R1986), 14–15 iii) Daily Journal (19 April, 1732) iv) Burney, ibid., 101

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Florence, 1770: Charles Burney, 1770; Dr Burney’s Musical Tours in Europe, ed. P. A. Scholes (1959), i, 171